sabato 2 maggio 2015

"Turandot" opens the EXPO season at Teatro alla Scala



Ieri sera, venerdì primo Maggio, si è aperta la stagione d’EXPO al Teatro alla Scala, con la prima della Turandot di Giacomo Puccini, sotto la direzione di uno strabiliante Riccardo Chailly, nuovo direttore principale del teatro.
L’opera “non finita” del maestro lucchese prende vita sul palco scaligero con la regia del visionario Nikolaus Lehenoff, la cui produzione è stata creata nel 2002 dall’Opera Nazionale Olandese. Questi ha dato una rilettura moderna dell’ultima opera pucciniana, privandola di esotismi orientali e creando un’atmosfera in bilico tra circense e grottesco, caratterizzata da figure mascherate che si muovono in modo kabuki e coro armato di coltello che appariva e scompariva dal palco. 
Lo scenografo Raimound Bauer, è riuscito a minimizzare il sontuoso palazzo reale di Pechino ad una spigolosa struttura plastica che cambia colore in continuazione, dai toni di un accesso rosso carmino ad un pallido violaceo.
I costumi, curati da Andrea Schimdt-Futterer, sono rivisitati in uno stile quasi “mcqueeniano”, con chiari riferimenti alla modisteria di Philipp Treacy. Invece, i tre ministri Ping, Pong, Pang, con la faccia dipinda di bianco, rossetto scuro, e costumi bianchi e neri dalle ampie spalle e braccia, sembrano rimandare al personaggio di Klausi Nomi.
Una meravigliosa Nina Stemme, che abbiamo già visto nella prima scaligera de La Valchiria di Wagner nel 2010, ha vestito i panni della cattiva principessa Turandot ed è entrata in scena facendo tremare il pubblico con la sua voce.
Ma ancora più apprezzata è stata la Liù di Maria Agresta che cantando Tanto amore, segreto e inconfessato, ha emozionato il teatro ed è stata ricoperta da una valanga di applausi.
Un po’ sotto tono è stato invece il principe ignoto Calaf, interpretato da Aleksandrs Antonenko, il cui Nessundorma, probabilmente sarà riuscito ad emozionare qualcuno, ma non è stato abbastanza potente da strappare un applauso.
L’opera si è conclusa con il finale di Luciano Berio, scritto nel 2001, un finale costruito sugli ultimi schizzi lasciati da Puccini, che voleva si chiudesse come il Tristano di Wagner, con questa musica che andava piano piano ad abbassarsi, fino alla chiusura del sipario.
Questa rivisitazione per quanto moderna, è stata ben apprezzata dal classico pubblico scaligero, da cui eravamo tutti pronti ad aspettarci i soliti fischi finali, invece il tutto è stato concluso da 11 minuti di applausi.
Il teatro era gremito di personalità tra le quali: Giorgio Armani; Carla Fracci; Mario Monti; il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, con moglie e figlia; l’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano; il presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni; il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia e l’ex sindaco di Milano, Letizia Moratti.




Yesterday nigth, friday 1st of May, it was the opening of the EXPO season at Teatro alla Scala, wich started with the premier of Turandot by Giacomo Puccini, directed by an amazing Riccardo Chailly, the new theater chief conductor.
Master Puccini’s “unfinished” opera, comes to life on the Scala’s stage thanks to the visionary stage director Nikolaus Lehenoff, whose production was created in 2002 by Dutch National Opera. The stage director gave a modern reinterpretation of the last Puccini opera, by depriving it of any Eastern exoticism and creating an atmosphere between circus and grotesque, characterized by masked characters who moved in a kabuki way and by a choir armed with knives that kept appearing and disappearing from the stage.
The scenographer Raimond Bauer, was able to reduced the Beijing luxurious royal palace to a sharp plastic building wich was constantly changing colour, from the shades of a carmine red to a pale purple.
The costumes, made by Andrea Schmidt-Futterer, were reinterpreted in an almost “McQueen-ish way”, with references to Philip Treacy’s hats. On the other hand, the three ministers, Ping, Pong, Pang, with painted white faces, dark lips, wearing black and white costumes, with big shoulders and arms, seemed to remind the Klaus Nomi character.
An amazing Nina Stemme, whom we had already seen on the Scala premiere of Wagner’s The Valkyrie in 2010, played the role of the evil princess Turandot and entered on the stage moving the theater’s public simply with her voice.
Even more appreciated was Liu, interpreted  by Maria Agresta who, singing Tanto amore, segreto e incoffessato excited the theater and she was covered in applause.
The performance of prince Calaf, interpreted by Alexandrs Antonenko, wasn’t good: his Nessundorma, may have excited some people, but it didn’t recive any applause.
The opera ended with the finale of Luciano Berio, written in 2001, based on the last drafts left by Puccini,  who wanted it to end like Wagner’s Tristano, with the music slowly fanding away, until the final curtain.
This modern reinterpretation, was well appreciated by the habitual Scala public, from wich we were expecting the classic boos at the end, but, instead, the whole show was ended by 11 minutes of applause.
The theater was crowded by personalities such as: Giorgio Armani; Carla Fracci; Mario Monti; the Prime Minister Matteo Renzi, with wife and daughter; the former President Giorgio Napolitano; the President of the Regione Lombardia, Roberto Maroni; the mayor of Milan, Giuliano Pisapia and the former mayor of Milan, Letizia Moratti.







Luca Postacchini

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