lunedì 29 giugno 2015

le foto di Steve McCurry per Lavazza

“From these hands, a journey along the coffee trail”, è il titolo della mostra che espone le foto del celebre fotografo americano Steve McCurry al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano.

Tra le sofisticate macchine di Leonardo Da Vinci, si apre la Sala delle Colonne dove è possibile ammirare ben sessantadue foto di McCurry, poste all’interno di una struttura labirintica che accompagna il visitatore lungo un percorso di viaggi, volti e scene attraverso paesi accomunati da un’economia legata al caffè. Gli scatti sono un lungo racconto attraverso dodici diversi paesi produttori di caffè come il Brasile, il Perù, la Tanzania e molti altri.

La mostra è stata creata in collaborazione con Lavazza che ha sponsorizzato e sostenuto i numerosi viaggi del fotografo.

È possibile individuare la firma del fotografo in alcune foto raffiguranti volti di incredibile naturalezza, sguardi enigmatici che raccontano storie di lavoro e rappresentano culture e mondi a noi sconosciuti.

All’ingresso della sala si legge il motivo sostanziale della collaborazione tra il fotografo e la nota azienda produttrice di caffè, nata 11 anni fa:
Francesca Lavazza e Steve McCurry si sono uniti in questo percorso comune in seguito alla nascita di “iTierra”, ovvero un progetto di responsabilità sociale realizzato dalla fondazione Lavazza nel 2002.
L’obiettivo di tale incontro era quello di trasmettere la magia del caffè visto come bevanda sociale capace di far avvicinare le persone creando un linguaggio comune.


“In quell’infinito intreccio di colori, sguardi e vite che Steve McCurry ci dona, in quegli innumerevoli scatti ora preparati e disegnati precisi come su tela, ora dettati dal caso, semplicemente ci vuole lasciare la bellezza di un mondo ancora da scoprire e in cui ritrovarsi.”






“From these hands, a journey along the coffee trail” is the title of the exhibition which is displaying the photos of the famous american photographer Steve McCurry at the Museum of Science and Technology in Milan.

Among the sophisticated machines of Leonardo, there is the Sala delle Colonne where you can up to sixty photos by McCurry, placed inside a labyrinth-like structure that accompanies the visitor along a path of travel, faces and scenes across different countries united by a coffee-based economy.
The shots are a long tale through twelve different coffee-producing countries such as Brazil, Peru, Tanzania and many others.

The exhibition was created in collaboration with Lavazza which sponsored and supported the numerous travels of the photographer.

It is possible to see the signature of the photographer in some photos depicting incredibly natural and enigmatic faces, that tell stories of work and represent cultures and worlds unknown to us.

At the entrance it's possible to read the reason of the collaboration between the photographer and the renowned coffee producer, established 11 years ago.

Francesca Lavazza and Steve McCurry joined in this common path after the birth of “iTierra” a social responsibility project created by the Lavazza foundation back in 2002.
The purpose of the meeting was to convey the magic of coffee seen as a social drink capable of bringing people together by creating a common language.


"In that infinite web of colors, looks and lives that Steve McCurry gives us, in those countless shots now prepared and drawn at times precisely on canvas, but also dictated by the case, he just wants to leave us the beauty of a world yet to be discovered and where gather."







venerdì 12 giugno 2015

Ray-Ban x Boiler Room 007


Ieri sera si è tenuta, per la prima volta in italia, una Boiler Room. Siete curiosi di sapere com’è andata? Bene, prima però facciamo un passo indietro. 
Il progetto Boiler Room nasce nel 2010 quando  Blaise Bellville e Charles Drakeford decidono di mandare in diretta streaming dj set ed è così chiamato perchè la prima Boiler Room ha avuto luogo in una sala caldaie londinese, con una webcam attaccata col nastro adesivo sulla consolle
Fino a qua niente di particolarmente originale direte voi..  
Ciò che distingue Boiler Room dalle altre dirette streaming è la costanza, il continuo miglioramento nel corso degli anni e l’atmosfera intima dati i pochi partecipanti super selezionati. Si può partecipare, infatti, solo su invito.
Bellville e Drakeford, sfruttando le loro conoscenze, iniziano con l’invitare amici più stretti a partecipare e suonare nei loro show. Nina Kravitz, Ellen Allien, Solomun, Carl Cox, Jamie Jones e Sven Vath, sono solo alcuni dei DJ più noti che hanno suonato in una Boiler Room. 
Ma torniamo a noi. 
Ray-Ban e Boiler Room arrivano per la prima volta a Milano precisamente all’Ex Bazzi dove l’atmosfera “boiler” è stata ricreata alla perfezione. I partecipanti erano circa 600 ma tra questi più della metà erano in cortile nella ricerca disperata di un soffio di vento. Ricordiamoci che stiamo parlando di Giugno a Milano e il clima non è dei migliori. 
Mi faccio coraggio, decido di entrare in sauna però accompagnata rigorosamente da una birra. Ed eccomi qua, schierata in prima fila. Tra luci soffuse inizio a ballare. 
Iniziano le prime apparizioni dietro alla consolle. A suon di sgomitate, si faceva a gara pur di essere ripresi sfoggiando “il lato migliore”. Immancabili gli hipster accompagnati però da una grandissima varietà di altre tendenze e da molti personaggi reincarnati in cubisti per qualche ripresa. 
Stranamente erano assenti gli “hooligans” senza i quali, però, la serata si è svolta nei migliore dei modi.
Headliner della serata è stato Dj Harvey accompagnato da  Midland, Suzanne Kraft e Young Marco.
Stasera appuntamento sul canale YouTube di Boiler Room, in mano una birra ghiacciata e nell’altra il telecomando del condizionatore. 
Enjoy it!


Fatevi due risate su questa pagina Tumblr “Boiler Room knows what you did last night"





Maria Vittoria Acampa






mercoledì 3 giugno 2015

Valentino: un uomo, un mito.




Nel 1932 nei presidi Voghera nacque un bambino prodigio che ben presto divento' uno dei più imponenti guru della moda. Valentino clemente Ludovico Garavani, meglio noto come Valentino.
Negli anni 50 grazie ad un concorso riuscì ad entrare come collaboratore in una nota casa di moda parigina.
Nel 1957 il giovanissimo ragazzo fondo' la Valentino insieme ad alcuni soci fra cui suo padre e da quel momento il futuro di quel giovane fu destinato al successo.
Quando pensiamo al grande stilista italiano richiamiamo alla mente un colore in particolare: il rosso Valentino, non è un rosso qualunque, si tratta di una tonalità di rosso molto acceso tra il carminio, il porpora ed il rosso cadmio. Valentino ne ha avuto ispirazione durante una vacanza in Spagna che lo ha profondamente segnato.
Pensate che nel 1971 fu ritratto da niente meno che Andy Warhol, ma non solo, lo stilista fu anche premiato varie volte dal presidente della repubblica .
Insomma il guru della moda e' un uomo di successo di grande carisma ma soprattutto un grande artista che sicuramente oltre aver segnato profondamente la storia della moda lo ha fatto anche nei nostri cuori.





In 1932, near Voghera, an infant prodigy, who soon became one of the most majestic fashion gurus, was born. Valentino Clemente Ludovico Garavani, also known as Valentino. In the 50s, thanks to a contest, he managed to enter a Parisian fashion house as collaborator. In 1957 the youngster established Valentino, together with some business partners, his father among those, and from that moment on, he was destined to success. When we think about the great Italian designer, we recall a particular colour: the red Valentino, not some random red, a particular shade of really glowing red, between carmine, purple and cadmium red. Valentino got the inspiration during an holiday in Spain, which deeply influenced him. Believe it or not, in 1971 Valentino was portrayed by Andy Warhol, and he also was awarded many times by the President of the Republic. To sum up, the fashion guru is a man of incredible success, great charm, but mostly a great artist, who not only has left a sign in the fashion industry, but also in our hearts.











                                                                         

                                             Eleonora Vallebona