Anno dopo anno, stagione dopo stagione, gli stilisti
hanno creato e rivelato al pubblico bellissimi, nuovi ed interessanti prodotti:
è compito dei clienti, blogger e redattori di moda scegliere quale prodotto
diventerà l’icona di quella determinata stagione. Negli anni, l’industria della
moda è riuscita a produrre principalmente due tipologie di icone: alcune
immortali, ed altre più effimere. Icone senza tempo sono, ad esempio, la
conosciuta Birkin Bag di Hermes, il distintivo trench di Burberry, la stylish
baguette di Fendi e la famosa borsa Galleria di Prada. La scorsa stagione ha
visto l’ascesa dello statement sweater, grazie a brand come Christopher Kane,
Balenciaga, Givenchy e Kenzo. Ad ogni modo, la frenesia che ha caratterizzato
questi pezzi non è durata a lungo. In generale, però, sia le icone più durature
che quelle più effimere hanno due cose in comune: sono difficili da ottenere,
ed incredibilmente costose. I maglioni di Kenzo risultarono terminati in tutto
il mondo poco dopo il loro primo boom,
per non menzionare l’estenuante quantità di tempo che i clienti devono aspettare
in modo da poter comprare una Birkin di Hermes. Le icone sono terribilmente
desiderate da mandrie di fashionista, che alla fine le compreranno, le indosseranno
troppo e le sovraesporranno su ogni singolo
social media. Questo fenomeno potrebbe portare ad una situazione molto
imbarazzante dove ognuno indossa esattamente le stesse cose. Fortunatamente,
visto che solitamente il prezzo di questi pezzi è molto alto, non chiunque può
esattamente permettersi di comprarli: ciò significa che, finché i prezzi
rimangono alti, possiamo sperare ancora in un po’ di diversità.
Riusciresti ad immaginarti di andare ad una festa, o ad un
qualsiasi evento della fashion week, e trovare dozzine di persone che indossano
le tue stesse scarpe, i tuoi stessi pantaloni o gioielleria? A me sembra un
incubo. Ma, considerando la situazione attuale, questo potrebbe effettivamente
accadere – prima o poi. Vivo a Milano, uno dei più importanti nuclei della moda
in tutto il mondo, e non potevo semplicemente non notare che oramai le persone
tendono a comprare articoli solo perché considerati l'"it-item” di quella
particolare stagione, e non perché gli piacciono. Sfortunatamente, questo
comportamento ha portato ad una totale mancanza di autenticità, che io ho avuto
il “piacere” di notare in prima persona. Un esempio? Durante la stagione
Autunno Inverno 2015-2016, letteralmente chiunque ha indossato le famose sneakers
Adidas Stan Smith. Scarpe iconiche, un
prezzo moderato, ed eccovi servito l’inferno. Il punto è che, prima del
fashion month, avevo addirittura preso in considerazione di comprare proprio
queste scarpe. Ma dopo averle viste ovunque su Instagram, Facebook e in tutta
Milano, ho deciso di non comprarle. Le
comprerò appena chiunque altro smetterla di farlo, che è esattamente ciò che ho
fatto con i maglioni di Kenzo. Perché alla fine della giornata ciò che importa
non è quanti “it-pieces” hai nel tuo armadio, ma la connessione che hai con i
tuoi – bellissimi – vestiti.
Durante questa passata stagione ho avuto modo di vedere
molto street-style e ciò che mi ha sorpreso di più è stato notare che le stesse
persone che l’anno scorso indossavano gli outfit più stravaganti, hanno deciso
di presentarsi con outfit molto minimali. Sì, tutti sappiamo benissimo che la
stagione Autunno Inverno 2015-16 ha visto un enorme ritorno dello stile
minimale – più in strada che in passerella – ma ciò che mi chiedo è: “Come
possono le persone semplicemente passare di stile in stile ogni stagione? Non
hanno il loro proprio stile distintivo? Il loro personale modo di indossare i
vestiti? “. Solo perché lo stile minimale è tornato alla ribalta, dopo stagioni
di estrema opulenza, non significa che ognuno debba alterare, trasformare e
adattare il proprio stile. Non è che Anna dello Russo avrà improvvisamente una
svolta minimale, smettendo di essere – beh - sé stessa.
Giusto?
Could you imagine going to a
party, or to any fashion week event, and find dozens of people wearing your
exact same shoes, trousers or jewellery? It sounds like a nightmare. But,
considering today’s situation, this might as well happen – sooner or later. I
live in Milan, one of the most important fashion centres in the whole word, and
I just couldn’t not notice that by now people tend to buy clothing pieces only
because considered that season’s “it-item” and not because they actually like
them. Sadly, this behaviour led to a complete lack of authenticity, that I had
the “pleasure” to notice concretely. An example? During the Autumn Winter
2015-16 fashion month, literally everyone wore the famous Adidas Stan Smith
sneakers. Iconic shoes plus moderate price, equals hell. Fact is, that right before fashion month, I had actually
started taking into consideration to purchase the very same shoes. But after
having seen them all over Instagram, Facebook and Milan, I decided not to. I am
going to buy them as soon as everyone else stops to, which is exactly what I
did with the Kenzo sweaters. Because at the end of the day, it’s not about how
many “it-pieces” you have in your closet, but about the connection you have
with your very own – beautiful – clothes.
During fashion month I also saw
a lot of street style and what surprised me the most was noticing that the exact same people who wore the most
extravagant outfits last season, were now sporting some really minimal looks.
Yes, we all know that the Autumn - Winter 2015-2016 season saw a huge comeback
of the minimal style - more on the streets than it did on the runway - but what am I wondering is: “How can people
simply switch from style to style each season? Don’t they have their own signature
style? Their personal way of wearing clothes?”. Even though minimal came back
to life, after seasons of extreme opulence, it doesn’t mean that everyone’s
style needs to change, to be transformed or adapted. It’s not like Anna dello
Russo will suddenly have a minimal twist and stop being, well, herself.
Right?
Alessandro Borin
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